I quiz da HDCN   

 

Dr. Zoccali:  QUIZ: Outcome cardiovascolare in studi randomizzati riguardanti la popolazione generale

 

Domanda 1 di 5. Nella popolazione generale ipertesa, una terapia ipotensiva più intensa (indipendentemente dalla classe di farmaci usati) produce un beneficio ulteriore in termini di sopravvivenza? Scegli la risposta più appropriata. Le risposte che si applicano ad una popolazione ipertesa generica possono non applicarsi necessariamente ad una popolazione selezionata, come ad esempio diabetici, pazienti con proteinuria etc

a)

 

Sì, una terapia ipotensiva più intensa è associata ad una riduzione del 20% della mortalità per tutte le cause 

b) 

 No, una terapia ipotensiva più intensa è associata ad una riduzione del 12% della malattia coronarica, ma con un 13% di aumento della mortalità

generale

c) 

 No, una terapia ipotensiva più intensa è associata ad una riduzione del 20% del rischio di accidente cerebrovascolare e del 19% del rischio della malattia coronarica. Tuttavia, il rischio di mortalità è interessato solo in minima parte. 

d) 

 Sì, una terapia ipotensiva più intensa è associata ad una riduzione del 42% della mortalità per tutte le cause 

 

Domanda 2 di 5. Nei trials che pongono a confronto diuretici e beta-bloccanti con Ca-antagonisti, questi ultimi si sono dimostrati superiori nell’offrire una PROTEZIONE CONTRO EVENTI CARDIOVASCOLARI?

a) 

Sì, con i Ca-antagonisti il rischio di eventi cardiovascolari maggiori si riduce del 9%

b) 

No, il rischio di eventi cardivascolari maggiori è molto simile, sebbene il rischio di accidente cerebrovascolare si riduca (-13%)

c) 

No, in realtà il rischio di eventi cardiovascolari maggiori è più elevato

d) 

Sì, il rischio di eventi cardiovascolari maggiori si riduce del 9% E vi è anche una riduzione del 13% del rischio di accidente cerebrovascolare

 

Domanda 3 di 5. In una popolazione generale ipertesa, le terapie basate su ACE-inibitori sono superiori a quelle basate su Ca-antagonisti, in termini di protezione contro accidente cerebrovascolare, morte cardiovascolare e mortalità?

a) 

No. Gli ACE-inibitori e i Ca-antagonisti offrono una protezione simile contro gli accidenti cerebrovascolari, morte cardiovascolare e mortalità totale.

b) 

Sì. Gli ACE-inibitori sono superiori ai Ca-antagonisti poiché il rischio di morte cardiovascolare viene ridotto dell’8%.

c) 

Sì. Gli ACE-inibitori sono superiori ai Ca-antagonisti poiché il rischio di mortalità generale viene ridotto del 7%. Il grado di protezione contro gli accidenti cerebrovascolari è tuttavia simile con entrambe le terapie.

d) 

Sì. I Ca-antagonisti sono superiori poiché il rischio di accidente cerebrovascolare viene ridotto del 20%, tuttavia i tassi di morte cardiovascolare e morte totale sono simili.

 

Domada 4di 5. In una popolazione generale ipertesa, gli ACE-inibitori sono superiori ai diuretici e ai beta-bloccanti poiché offrono maggiore protezione contro la malattia coronarica E sono associate ad un minor rischio di morte cardiovascolare.

a) 

Vero. I rischi di malattia coronarica e di morte cardiovascolare sono minori, rispettivamente del –11% e –7%, nei pazienti trattati con ACE-inibitori.

b) 

Vero. I rischi di malattia coronarica e di morte cardiovascolare sono minori, rispettivamente del -25% e –13%, nei pazienti trattati con ACE-inibitori.

c) 

Falso. I rischi di malattia coronarica e morte cardiovascolare non riportano differenze significative.

d) 

Falso. Il rischio di malattia coronarica è minore del 12%, ma il rischio di morte cardiovascolare non riporta differenze.

  

Domanda 5 di 5.  Nei diabetici ipertesi, una terapia ipotensiva piu’ intensa (PA diastolica < 80 mmHg), offre una migliore protezione cardiovascolare rispetto a terapie meno intense?

a) 

 

Sì, principalmente perché un target pressorio più basso è associato ad un’incidenza molto minore di infarto miocardico (clinicamente evidente o silenzioso)

b) 

Sì, vi è una ridotta incidenza di infarto miocardico, ma l’incidenza generale degli eventi cardiovascolari è ridotta soltanto marginalmente (-8%).

c) 

No, I benefici di un intenso controllo della PA (PA diastolica <80 mmHg) sono simili ai benefici osservati con un target presso rio di 90 mmHg, ma non vi è alcuna differenza tra i due gruppi in termini di conseguenze cardiovascolari.

d) 

Sì, un intenso controllo della PA viene associato ad una diminuzione del 51% dell’incidenza di eventi cardiovascolari maggiori e ad un evidente riduzione della mortalità cardiovascolare.

 

 

Le risposte al quiz